«Bianco e Nero 596», presentata la rivista monografica dedicata a Mario Monicelli
26 Agosto 2020 0 Di CinestorieNella splendida cornice del Teatro Margherita di Bari, ieri al Bifest2020 è stato presentato, dal Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia Felice Laudadio il numero 596 di “Bianco e Nero“; un numero monografico completamente dedicato a Mario Monicelli, studiato appositamente per il Festival Monicelli che nel marzo scorso, se non ci fosse stato il problema del Covid-19, avrebbe dovuto arricchirsi di un’ulteriore mostra di disegni ad opera di Chiara Rapaccini (più conosciuta con lo pseudonimo di”RAP”), ultima moglie del Regista, e di decine di altri film in proiezione.
Felice Laudadio, dopo aver brevemente illustrato il contenuto del numero e anticipando che il prossimo “Bianco e Nero” sarà dedicato a Carlo Lizzani, ha svelato alcuni aneddoti, facendosi aiutare da Enrico Magrelli, giornalista, scrittore, vice direttore del Bifest e voce storica della famiglia radiofonica di Hollywood Party, su Radio3 (a sinistra nella foto), e da Fabio Ferzetti, giornalista e scrittore (a destra).
Per chi non ha potuto partecipare alla presentazione (l’ingresso era contingentato a un massimo di 40 persone), ve la proponiamo in versione integrale qui su Cinestorie.
Il numero, che si inserisce perfettamente in linea con il numero speciale di “Bianco e Nero” a cura di Alberto Anile su “Guardie e Ladri” e il numero 592 della stessa rivista “Alberto Sordi Segreto”, rivela alcuni aspetti personali di Monicelli, il suo sperimentare con Totò (ricordiamo in particolare il film “Risate di Gioia”, che al botteghino è andato male, ma oggi è un cult) e con i generi cinematografici. Nell’incontro si parla di come una buona parte del cinema Monicelliano non invecchi, a differenza di altre pellicole di registi blasonati e di come le sue “commedie” in realtà non siano solo delle commedie ma degli spaccati di vita quotidiana, presi dalla strada, passeggiando, leggendo la cronaca bianca sui quotidiani, prendendo il tram ogni giorno o il caffé al bar.
Monicelli, il regista “contro tutto e tutti”, che, mettendosi provocatoriamente di traverso in realtà scavava nelle persone che aveva di fronte (di cui voleva sapere nome, origine del nome e mestiere… perché tutto ha una storia!) viene raccontato come una persona testarda e timida, che riusciva a mettere la sua visione personale del mondo in ogni suo film, anche quelli “meno riusciti” o semplicemente… meno capiti.
A cura di Benedetto Gemma.